Mare Nostro Vostro Loro
Il mare è un confine salato, talvolta burrascoso. A chi vuole oltrepassarlo viene chiesto un dazio, soltanto in parte economico. Molto più spesso affettivo, emozionale. Il mare sancisce una distanza non più colmabile, tra un passato trasformatosi in un presente insopportabile, e un futuro incerto. Il mare è nostro, è il posto dove andiamo a divertirci a riposarci, dove spendiamo le nostre vacanze. Il mare è vostro, è la vostra utopia che si realizza, la fuga, dolorosa e roccambolesca, che si compie. Ma il mare è anche e soprattutto loro, di quelli che adesso sono diventati mare stesso. Pesci volanti, anime affogate.

Questo lavoro vuole provare a raccontare il dramma dei profughi dal punto di vista degli allievi della Piccola Scuola di Teatro.
Porre e porsi domande, ingenue e terribili, e cercare di intuire risposte difficili, quasi sempre parziali, il più delle volte contraddittorie.
È un lavoro importante, perché in acqua ci siamo tutti noi, da questa parte, a mollo nelle nostre poche e infondate certezze, sballottati sugli scogli aguzzi e virtuali di questo o quel post di facebook, trasportati dai bollettini quotidiani della tv o della radio.
Siamo li, a galla, ma con l’acqua alla gola, a contemplare un processo spietato, al quale non possiamo far altro, pare, che abituarci.
Ecco, MareNostroVostroLoro nasce per abituarci a non abituarci.
Per ricordarsi di conoscere prima di giudicare, e soprattutto per fare lo sforzo di mettere in discussione i luoghi comuni, i clichè, le cattiverie e vedere, ovunque, la stessa sofferente umanità.