A Kind Of Dream

Quando nell’autunno 2020 scoprimmo di dover affrontare un altro periodo di isolamento a causa della pandemia mondiale da Covid-19, reduci dall’esperienza di Covid Radio Bunker messa in atto durante il primo lockdown della primavera 2020, abbiamo deciso di allontanarci il più possibile dalla tematica del virus, che ormai sembrava uno stucco che riempiva qualsiasi porosità delle nostre vite, per provare ad orientarci in un mondo di magia ed acrobazie amorose, come appunto quello del Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare.

Così, mentre tutto chiudeva (prima fra tutti, la scuola: il luogo della socialità per eccellenza all’età dei ragazzi della nostra Piccola Scuola di Teatro: tutti adolescenti) abbiamo deciso di procurarci un po’ di copie cartacee del testo, grazie all’amico libraio Matteo Lavagnino, della libreria Belleville di Bruino, facendo un atto ribelle nei confronti dell’ormai normale click su Amazon, e di regalarle ai ragazzi, con l’intento e la promessa di utilizzarlo come libro guida nei mesi a venire.

Ricordo con emozione il tour nelle frazioni della bassa Val Susa, attorno alla città di Almese, a consegnare i libri ai ragazzi e alle ragazze in quel momento isolati in casa per la loro positività al virus.

Mi sentivo un personaggio a metà tra una staffetta partigiana, Babbo natale e il medico condotto di paese in visita ai pazienti malati.

Lasciavo il libro sulla soglia dei portoncini esterni delle case, e da dietro la finestra i ragazzi mi facevano ciao con la mano: “arrivederci a presto”!

Si, come no.

Dalla settimana successiva le lezioni abbiamo cominciato a farle on-line.

E devo dire, è stata una delle prove più difficili da quando il teatro ha deciso di darmi una funzione nel suo equipaggio.

A posteriori, il mio parere è che il teatro on-line non esista.

Tutti quelli che fanno il mio mestiere, o un mestiere affine al mio, si sono inventati di tutto nei mesi in cui l’unica possibilità di mantenere il contatto con i propri allievi era lo schermo di un computer, o nella peggiore delle ipotesi, lo schermo di uno smartphone.

Abbiamo chiamato teatro qualcosa che di teatro aveva davvero poco.

Però quel poco è stato importantissimo: continuare a vedersi, scherzare, far finta di seguire ma nel frattempo farsi i fatti propri, ascoltare….insomma la condivisione.

In un momento in cui il computer era la classe, ed il luogo in cui scorrazzavano professori trasformati in mostri assetati di sangue adolescente (non tutti per fortuna, ma molti si), in cui la didattica lasciava poco spazio all’ascolto reciproco, alla manifestazione del disagio, alla sdrammatizzazione, il fatto di fornire un’appuntamento settimanale basato su tutti questi criteri, è stato, credo, davvero importantissimo.

In quelle lunghe videochiamate, fatte di venerdì sera, alla fine di estenuanti settimane fatte di estenuanti videolezioni, abbiamo cominciato a leggere Sogno di una notte di mezza estate.

In pieno inverno.

Dapprima lo abbiamo letto integralmente.

Riga per riga, battuta per battuta.

Poi abbiamo cominciato a immaginare chi avrebbe potuto interpretare chi.

In un impeto di democrazia registica, abbiamo dato vita anche a delle vere e proprie elezioni!

Ognuno doveva mettere accanto ai nomi dei personaggi, il nome di un compagno o di una compagna.

Oltre a dire quale personaggio avrebbe voluto interpretare.

Ricordo lo spoglio, e le sorprese.

Tipo che uno magari prendeva un sacco di nomination per un ruolo e tu non l’avresti mai detto.

Così abbiamo ricominciato a leggerlo, con i ruoli assegnati.

Abbiamo anche disegnato i personaggi, ne abbiamo immaginato le caratteristiche fisiche e psichiche, come dovendo preparare dei bozzetti per un fumetto.

Nel frattempo è arrivata la primavera, con la primavera il caldo, con il caldo un po’ meno virus in circolazione, e finalmente siamo usciti dalla famigerata “zona rossa”, e siamo diventati prima arancioni, poi gialli, e poi bianchi.

i “miei” ragazzi ne erano usciti con le ossa rotte da quell’inverno di isolamento e che il lavoro da fare con loro era ricostruire il gruppo.

Gruppo che nel frattempo, gioco forza, si era ridimensionato abbastanza.

Abbiamo avuto anche noi i nostri caduti.

Per fortuna solo in senso metaforico: nel senso che alcuni non ce l’hanno più fatta a seguire on line e hanno abbandonato.

Arriviamo all’estate ricompattandoci come gruppo di teatro, riscoprendo il lavoro in presenza, a gruppi, a coppie: proviamo a riappropriarci del nostro spazio di espressione.

Proviamo, per usare un’immagine, a suturare una ferita davvero profonda.

Tornati dalle vacanze, a settembre 2021, cominciamo la riscrittura dell’opera shakespeariana.

Nel frattempo siamo meno, la tempesta ha colpito duro, ma il gruppo è li, vivo e forte.

Siamo 11, e cominciamo a pensare a come potrebbe essere quel testo se dovessimo farlo nostro.

Mi colpisce quanto siano cresciuti, i ragazzi in questi due anni.

Sembra strano ma il covid ha un po’ sospeso il tempo.

Loro hanno visto i miei capelli crescere settimana dopo settimana, e io li ho visti diventare dei giganti.

In questa riscrittura le nozze di Teseo e Ippolita diventano una festa di Compleanno per il 18esimo di due sorelle.

Ecco che Titania, diventa una manager stressata che insieme al marito Oberon, farmacista freakkettone, si sono ritirati nel bosco per stare di più nella natura, e riuscire a litigare meglio.

Ecco che a sorpresa anche l’Amore, questo sentimento così misterioso, prende sentieri inaspettati, e Demetrio diventa Demetra, innamorata di Ermia, ed ex fidanzata di Elena.

Egeo non è il padre ma il fratello maggiore sbruffone di Ermia.

Col passare delle settimane, si è fatta strada l’idea di coinvolgere anche i ragazzi più piccoli, affidando loro i ruoli delle segretarie di Titania e degli artigiani.

Che nella versione attuale sono rispettivamente 7 ex galeotte di un carcere di massima sicurezza da cui sono evase tutte insieme, e i fratelli più piccoli di Zeppa e Rocchetto con i loro amici.

Insomma, ne sta venendo fuori un lavoro complesso, ma con la pretesa di integrare tutti, i ragazzi più grandi con quelli più piccoli, con l’intento di creare un esperienza speriamo indimenticabile, nel corso della stagione 2022-2023.