Fango
(2016- durata 70′)
La genesi di questo lavoro risale all’estate 2015, subito dopo l’ultima tragica alluvione di Genova, in seguito all’esondazione del torrente Bisannio. I ragazzi del gruppo, scossi da quelle immagini hanno cominciato a chiedersi il perché fosse successo, e così è cominciato un laboratorio teatrale focalizzato sul consumo del territorio e sulla cementificazione criminale e selvaggia.

Ovviamente questo è stato il pretesto per ragionare anche sul nostro stile di vita, e da qui sono partite le idee che sono poi diventate le scene che compongono questo lavoro. Lo spettacolo comincia con una scena drammatica, in cui un coro di cittadini/soccorritori estrae dal fango indumenti e oggetti, ormai pesanti e irriconoscibili per provare a bonificarli dal fango e utilizzarli. Seguono alcune scene più surreali, tra cui una indovina che predice l’arrivo del diluvio ma nessuno, prime fra tutte le istituzioni, le crede; e poi il delirante desiderio di Betòn e Betonia, moderni faraoni e imprenditori del cemento, di cementificare tutto il pianeta terra.
Il finale poetico e rarefatto è un inno al pianeta, a proteggerlo, proteggendone il suolo che ne costituisce la pelle, sempre più soffocata e violentata dagli interessi economici e dall’indifferenza
dormiente della gente.