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PICCOLA SCUOLA POPOLARE DI TEATRO

FANGO

fango

2016

La genesi di questo lavoro risale all’estate 2015, subito dopo l’ultima tragica alluvione di Genova, in seguito all’esondazione del torrente Bisannio. I ragazzi del gruppo, scossi da quelle immagini hanno cominciato a chiedersi il perché fosse successo, e così è cominciato un laboratorio teatrale focalizzato sul consumo del territorio e sulla cementificazione criminale e selvaggia.

Ovviamente questo è stato il pretesto per ragionare anche sul nostro stile di vita, e da qui sono partite le idee che sono poi diventate le scene che compongono questo lavoro. Lo spettacolo comincia con una scena drammatica, in cui un coro di cittadini/soccorritori estrae dal fango indumenti e oggetti, ormai pesanti e irriconoscibili per provare a bonificarli dal fango e utilizzarli.

Seguono alcune scene più surreali, tra cui una indovina che predice l’arrivo del diluvio ma nessuno, prime fra tutte le istituzioni, le crede; e poi il delirante desiderio di Betòn e Betonia, moderni faraoni e imprenditori del cemento, di cementificare tutto il pianeta terra.

Il finale poetico e rarefatto è un inno al pianeta, a proteggerlo, proteggendone il suolo che ne costituisce la pelle, sempre più soffocata e violentata dagli interessi economici e dall’indifferenza dormiente della gente.

MareNostroVostroLoro

mare nostro vostro loro

2018

Il mare è un confine salato, talvolta burrascoso. A chi vuole oltrepassarlo viene chiesto un dazio, soltanto in parte economico. Molto più spesso affettivo, emozionale. Il mare sancisce una distanza non più colmabile, tra un passato trasformatosi in un presente insopportabile, e un futuro incerto. Il mare è nostro, è il posto dove andiamo a divertirci a riposarci, dove spendiamo le nostre vacanze. Il mare è vostro, è la vostra utopia che si realizza, la fuga, dolorosa e roccambolesca, che si compie. Ma il mare è anche e soprattutto loro, di quelli che adesso sono diventati mare stesso. Pesci volanti, anime affogate.

Questo lavoro vuole provare a raccontare il dramma dei profughi dal punto di vista degli allievi della Piccola Scuola di Teatro. Porre e porsi domande, ingenue e terribili, e cercare di intuire risposte difficili, quasi sempre parziali, il più delle volte contraddittorie.

È un lavoro importante, perché in acqua ci siamo tutti noi, da questa parte, a mollo nelle nostre poche e infondate certezze, sballottati sugli scogli aguzzi e virtuali di questo o quel post di facebook, trasportati dai bollettini quotidiani della tv o della radio.

Siamo li, a galla, ma con l’acqua alla gola, a contemplare un processo spietato, al quale non possiamo far altro, pare, che abituarci. Ecco, MareNostroVostroLoro nasce per abituarci a non abituarci.

Per ricordarsi di conoscere prima di giudicare, e soprattutto per fare lo sforzo di mettere in discussione i luoghi comuni, i clichè, le cattiverie e vedere, ovunque, la stessa sofferente umanità.

A kind of dream

mare nostro vostro loro

2024

Quando nell’autunno 2020 scoprimmo di dover affrontare un altro periodo di isolamento a causa della pandemia mondiale da Covid-19, reduci dall’esperienza di Covid Radio Bunker messa in atto durante il primo lockdown della primavera 2020, abbiamo deciso di allontanarci il più possibile dalla tematica del virus, che ormai sembrava uno stucco che riempiva qualsiasi porosità delle nostre vite, per provare ad orientarci in un mondo di magia ed acrobazie amorose, come appunto quello del Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare.

Così, mentre tutto chiudeva (prima fra tutti, la scuola: il luogo della socialità per eccellenza all’età dei ragazzi della nostra Piccola Scuola di Teatro: tutti adolescenti) abbiamo deciso di procurarci un po’ di copie del testo e di regalarle ai ragazzi, con l’intento e la promessa di utilizzarlo come libro guida nei mesi a venire. Ricordo con emozione il tour nelle frazioni della bassa Val Susa, attorno alla città di Almese, a consegnare i libri ai ragazzi e alle ragazze in quel momento isolati in casa per la loro positività al virus.

Mi sentivo un personaggio a metà tra una staffetta partigiana, Babbo natale e il medico condotto di paese in visita ai pazienti malati. Lasciavo il libro sulla soglia dei portoncini esterni delle case, e da dietro la finestra i ragazzi mi facevano ciao con la mano: “arrivederci a presto”! Si, come no.

Dalla settimana successiva le lezioni abbiamo cominciato a farle on-line. Abbiamo chiamato teatro qualcosa che di teatro aveva davvero poco. Però quel poco è stato importantissimo: continuare a vedersi, scherzare, far finta di seguire ma nel frattempo farsi i fatti propri, ascoltare….insomma la condivisione. In un momento in cui il computer era la classe, ed il luogo in cui scorrazzavano professori trasformati in mostri assetati di sangue adolescente (non tutti per fortuna, ma molti si), in cui la didattica lasciava poco spazio all’ascolto reciproco, alla manifestazione del disagio, alla sdrammatizzazione, il fatto di fornire un’appuntamento settimanale basato su tutti questi criteri, è stato, credo, davvero importantissimo.

In quelle lunghe videochiamate, fatte di venerdì sera, alla fine di estenuanti settimane fatte di estenuanti videolezioni, abbiamo cominciato a leggere Sogno di una notte di mezza estate. In pieno inverno. Dapprima lo abbiamo letto integralmente. Riga per riga, battuta per battuta. Poi abbiamo cominciato a immaginare chi avrebbe potuto interpretare chi. Nel frattempo è arrivata la primavera, finalmente siamo usciti dalla famigerata “zona rossa”, e siamo diventati prima arancioni, poi gialli, e poi bianchi. I ragazzi erano usciti da quell’inverno di isolamento con le ossa rotte e il lavoro da fare era ricostruire il gruppo umano.

Abbiamo ricominciato il laboratorio teatrale, le prove sul palco e soprattutto la completa riscrittura del testo di Shakespeare. In questa riscrittura le nozze di Teseo e Ippolita diventano una festa di Compleanno per il 18esimo di due sorelle. Titania, è una manager stressata che insieme al marito Oberon, farmacista , si sono ritirati nel bosco per stare di più nella natura, e riuscire a litigare meglio. Anche l’Amore, questo sentimento così misterioso, prende sentieri inaspettati, e Demetrio diventa Demetra, innamorata di Ermia, ed ex fidanzata di Elena. Egeo non è il padre ma il fratello maggiore sbruffone di Ermia.

Col passare delle settimane, si è fatta strada l’idea di coinvolgere anche i ragazzi più piccoli. Che nella versione attuale sono rispettivamente 7 ex galeotte di un carcere di massima sicurezza da cui sono evase tutte insieme, e i fratelli più piccoli di Zeppa e Rocchetto. Ne è scaturito un lavoro complesso, ma con la pretesa di integrare tutti, i ragazzi più grandi con quelli più piccoli, con l’intento di creare un esperienza indimenticabile, innanzitutto per tutti loro, e speriamo anche per il pubblico.